Invidia del
contrabbasso
Lo guardo che riposa,
il contrabbassista,
e come l'ammanta (certo, è una lei), spontaneo come
l'amante
che sistema un maglione sulle spalle
dell'amata.
Poi si risolleva
e la fa entrare, cantando;
la carezza uniforme dell' archetto
sulle corde di minugia, nel vibrato
galleggiano gli accordi, il basso geme.
Glissando, su e giù lungo la gola di lei,
le note si elidono, scivolano presto
nelle successive, il corpo di mogano e il testo
letto da dita istruite che conoscono bene
il braille di Bach & Schumann.
Possente, protratto,
pizzica il do
basso a corda libera
e ciascuna donna lì seduta
sa che ogni innocenza è perduta.
Moira Egan
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